SEMPRE ON?

13.12.2025 - Non so più dove sono!
Ho corso tutto il giorno,
ho lavorato tutto il giorno,
ho risposto tutto il giorno al telefono,
ho risposto tutto il giorno alle email,
ho risposto tutto il giorno ai messaggi,
ho risposto tutto il giorno alle chat,
posso fermarmi?
Non so più dove sono!


La domanda è: come gestire in maniera soddisfacente il rapporto tra vita professionale, privata e familiare? Esiste il diritto a “staccare la spina” dal lavoro?

Negli ultimi anni l’intensificazione dei carichi di lavoro e la costante reperibilità attraverso smartphone, e-mail, chat e piattaforme digitali hanno reso sempre più difficile per le lavoratrici e i lavoratori mantenere un equilibrio adeguato tra vita professionale, privata e familiare. L’essere “sempre on” non rappresenta soltanto un cambiamento tecnologico, ma una trasformazione profonda delle condizioni di lavoro, che rischia di compromettere il benessere psico-fisico del personale.

L’accessibilità continua, favorita anche dall’utilizzo di dispositivi messi a disposizione delle amministrazioni o delle aziende, determina una vera e propria invasione della sfera privata e una progressiva erosione dei tempi di riposo. Tale dinamica espone a rischi significativi, quali stress lavoro-correlato, burnout, ansia, disturbi del sonno e altri problemi fisici e psicologici. La sovrapposizione costante fra vita privata e doveri professionali può inoltre generare cali di produttività e difficoltà nella gestione delle attività quotidiane.

Il quadro normativo italiano riconosce già il valore irrinunciabile del recupero psico-fisico del lavoratore, come stabilito dalla Costituzione (art. 36) e dal Codice Civile (art. 2109). A ciò si aggiunge la proposta di legge presentata al Senato (DDL S. 1290, 2025) che mira a introdurre esplicitamente un diritto generale alla disconnessione per lavoratrici e lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti, includendo il divieto di inviare comunicazioni fuori dall’orario di lavoro e sancendo il diritto di non rispondere.

Nel settore pubblico, la Provincia di Bolzano ha già riconosciuto formalmente tale diritto nell’ambito del lavoro agile, fornendo linee guida operative applicate dal 1° aprile 2022.

Alla luce di questo contesto, come organizzazione sindacale raccomandiamo con determinazione la tutela effettiva del diritto alla disconnessione. Il personale deve poter contare su periodi di riposo reali, liberi da contatti o richieste lavorative. Eventuali attività svolte fuori orario devono essere riconosciute e retribuite come lavoro straordinario, se richieste o indispensabili. Ogni lavoratrice e lavoratore deve essere messo in condizione di comprendere il valore di un recupero adeguato, essenziale per la salute, la qualità della vita e una produttività sostenibile nel lungo periodo. Infine, una organizzazione del lavoro più sana ed equilibrata

Suggeriamo alcune buone pratiche per contrastare l’iperconnessione:

Definire confini chiari tra orario di lavoro e tempo personale.
Limitare o disattivare le notifiche, stabilendo momenti specifici per controllare le e-mail.
Pianificare pause regolari durante la giornata.
Ricorrere alla delega e imparare a comunicare un NO motivato quando necessario.
Richiedere modalità di lavoro flessibili o da remoto, quando utili per il benessere e la concentrazione.
Confrontarsi con la dirigenza in presenza di richieste eccessive o contesti lavorativi insostenibili.
Chiedere chiarezza su priorità, obiettivi e responsabilità (il fondamentale “chi fa cosa?”) per ridurre incertezza e stress.


Il diritto a “staccare la spina” non è un privilegio, ma una necessità per la salute e per la dignità del lavoro.

AGO continuerà a rivendicare e tutelare questo diritto, affinché tutte e tutti possano lavorare con serenità e vivere in modo equilibrato.

AGO Service